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Sistema di rivelazione fumo ad aspirazione e campionamento

Cosa sono i sistemi rivelazione fumo ad aspirazione e campionamento?

Questi rilevatori sono, oltre quelli a sensibilità normale che utilizzano normali sensori puntiformi, anche quelli a sensibilità elevata e quelli dispongono di sensore al laser.


Tali apparati permettono la rivelazione grazie ad una tubazione forata ed ad una ventola di aspirazione.

Dati i differenti apparati esistenti (per esempio effetto tyndall, laser, ecc.) questi rivelatori speciali devono fare riferimento alla normativa specifica di prodotto EN 54-20 per la determinazione dei metodi di prova ed alle indicazioni date dal progettista.

Installazione rivelatore Antincendio lineare e fiamma

Come avviene la corretta installazione rivelatori lineari fiamma antincendio?

I rivelatori lineari sono sia quelli costituiti da due apparati (trasmettitore e ricevitore) che quelli costituiti da un unico apparato con riflettore posto sulla parete opposta.

Logicamente deve sempre esistere un collegamento visivo tra il trasmettitore od il ricevitore o tra l’apparato unico ed il riflettore.

Come per i rivelatori puntiformi anche questi sensori hanno delle distanze da rispettare quali i 15 metri massimo di copertura laterale ed un posizionamento consigliato per coperture piane compreso entro il 10% dell’altezza del locale da proteggere.

Avvertenze ulteriori devono essere prese per il posizionamento dei rivelatori con riflettore, i quali possono essere fortemente disturbati da superfici vetrate poste nelle immediate vicinanze o da sorgenti luminose naturali od artificiali che possono colpirli direttamente.

I rivelatori di fiamma rivelano uno dei principali fenomeni della combustione quali le radiazioni IR o UV emesse da una fiamma.

Per tale ragione vengono impiegati rivelatori che rilevino una delle due radiazioni o la combinazione di queste. 

Questi rivelatori hanno una risposta molto veloce e non devono necessariamente essere montati a soffitto.

In taluni ambienti una efficiente sorveglianza può essere realizzata installando il rivelatore con un angolo di inclinazione di 45 gradi rispetto al suo asse.

Installazione rivelatore antincendio puntiforme

Per definire il posizionamento dei rivelatori puntiformi di fumo bisogna tener conto dell’altezza del locale da sorvegliare e della forma della copertura, in funzione di questi parametri i rivelatori avranno un determinato raggio di copertura massimo. Per i rivelatori puntiforme di calore il raggio di copertura sarà invece fisso.

In locali ad altezza elevata la densità del fumo diminuisce in quanto quest’ ultimo si ripartisce in un volume d’aria più grande, con un ritardo di rivelazione ma un volume di sorveglianza più grande.

Bisogna inoltre sapere che in ambienti particolarmente alti, il rivelatore va installato ad una certa distanza dal soffitto per evitare che il fumo, raffreddandosi durante l’accensione, sia fermato da un eventuale cuscino di aria calda e quindi non raggiunga l’elemento sensibile.

In locali con soffitti inclinati con angolazione maggiore di 20° si consiglia il posizionamento di almeno una fila di rivelatori al disotto del colmo, mentre per la copertura a «shed» si deve installare almeno una fila di rivelatori dalla parte in cui la copertura ha pendenza minore ed a una distanza orizzontale di almeno 1 metro dal piano verticale passante per la linea di colmo.

La distanza tra i rivelatori e le pareti del locale sorvegliato non deve essere inferiore di 0,5 metri a meno che non siano installati in corridoi, cunicoli, condotti tecnici o simili con larghezza minore di 1 metro.

Deve pure essere rispettata la distanza di 0,5 metri tra i rivelatori e la superficie laterale di travi, oppure di elementi sospesi come condotti di ventilazione se lo spazio compreso tra il soffitto e la parte superiore di tale elemento o struttura è minore di 15 cm.

Se nel soffitto ci sono aperture per la fuoriuscita d’aria i rivelatori vanno installati vicino alle stesse per usufruire dell’effetto delle correnti ascensionali.
La distanza raccomandata si attesta sul valore di 40 cm, nel rispetto comunque della superficie di sorveglianza e della massima distanza tra rivelatori.

Nei locali con travi od elementi sporgenti che ostacolano la propagazione del fumo condizionando l’installazione dei rivelatori, bisognerà pertanto valutare in maniera opportuna tale fenomeno e adottare adeguate misure di compensazione come previsto dalla Normativa UNI 9795 al paragrafo 5.4.2.9 prospetto 2 per i rivelatori di calore ed al 5.4.3.10 prospetto 6 per i rivelatore puntiforme di fumo. Gli ambienti con canalizzazioni appese vengono considerati piani nel caso in cui lo spazio compreso tra la parte superiore della struttura ed il soffitto sia inferiore ai 15 cm.

Particolare cura deve essere posta per l’installazione dei rivelatori in ambienti dotati di condizionamento, sia per il benessere delle persone che per il raffreddamento delle apparecchiature, in modo che questi non vengano disturbati dalle correnti d’aria.

Gli accorgimenti da adottare variano a seconda dei tre casi seguenti, ossia: Con correnti d’aria laterale porre una distanza minima di 1 metro.

Con correnti dal soffitto a mezzo di diffusori porsi in modo equidistante tra questi.

Con immissioni provenienti dal controsoffitto di tipo forato (vacuum) conviene, al fine di evitare un disturbo diretto, ricorrere alla chiusura di questi per una superficie di almeno 1 mq.

Nel caso in cui gli ambienti abbiano un sistema d’aspirazione bisogna porre i rivelatori nelle zone di turbolenza e non direttamente dinanzi alle prese d’aria. Nel caso in cui la ripresa venga effettuata in prossimità del pavimento sarà necessario porre all’interno un rivelatore da canale.

Riguardo le camere di analisi, normalmente installate all’interno delle condotte di ventilazione e climatizzazione, è opportuno conoscere la velocità dell’aria internamente alle condotte in quanto velocità troppo alte, sopra i 15/20 m/s, impediscono l’ingresso dell’aria all’interno dell’apparecchiatura. Per evitare poi i problemi legati alla turbolenza dell’aria si consiglia di porre tali apparecchiature, dopo una curva od un’immissione di condotta secondaria, ad una distanza da queste di almeno 5 volte il diametro equivalente della canalizzazione stessa o ad una distanza di 3 volte il diametro equivalente nel caso di posizionamento a monte.

Altri tipi di rivelatori sono quelli multicriterio che uniscono differenti tecnologie in un unico apparato. Questi si suddividono principalmente in:
Rivelatori ottici e calore; Rivelatori ottici, di calore e CO; Rivelatori ottici, di calore, CO e fiamma.
I sensori multicriterio devono avere copertura calcolata in funzione del criterio più restrittivo tra i fenomeni o prodotti rilevati, e vengono utilizzati per ridurre al minimo il numero degli allarmi impropri.

Scelta del Rivelatore Antincendio

La scelta del rivelatore antincendio da utilizzare dovrà essere effettuata in funzione del tipo di fuoco che presumibilmente ci si attende che si possa sviluppare.
I tipi di incendio si dividono infatti tra covanti ed aperti, i primi caratterizzati dall’assenza di fiamma e dalla non possibilità di autoalimentarsi, i secondi con presenza di fiamma ed autoalimentati dopo l’accensione.

Lo studio del tipo d’incendio, aperto o covante, in funzione del differente combustibile può rendere il fenomeno o il prodotto dell’incendio «misurabile» e garantire così la scelta del rivelatore d’incendio idoneo al caso.

L’azione esercitata dai fenomeni tipici dell’incendio sull’elemento sensibile di rivelazione diminuisce con l’incremento della distanza tra il focolaio ed il rivelatore, pertanto in ambienti di notevole altezza bisogna aspettarsi un certo ritardo dalla segnalazione di allarme.
L’entità di tale ritardo dipende dal tipo di rivelatore impiegato e dalle caratteristiche con le quali si sviluppa l’incendio.

Per i rivelatori di fumo a diffusione nel caso di fuoco aperto la spia termodinamica riesce agevolmente a trasportare in alto le particelle di fumo, al contrario di uno covante che dispone di carica termica molto debole, e pertanto nel secondo caso difficilmente si potrà attendere una rivelazione precoce se non quando questo si tramuti in incendio aperto.

I rivelatori lineari di fumo ad assorbimento agiscono anche essi in modo simile con una preferenza di incendi aperti con sviluppo di fumi scuri e privilegiano pertanto il posizionamento su altezze elevate dove si presuppone che il fumo inizi a disporsi su di un piano orizzontale.

Per i rivelatori termici le correnti di aria calda, attivate da un incendio con fiamma viva, subiscono un forte raffreddamento con l’aumento della distanza percorsa e con l’incremento del volume interessato.
Per tale motivo non è consigliato l’uso di questi ultimi in locali ampi e di notevole altezza.

La scelta del rivelatore dipende anche dalle condizioni ambientali che si prevedono nei locali da sorvegliare.

Tale criterio risponde essenzialmente all’esigenza di avere un sistema in cui sia accettabile il tasso degli allarmi intempestivi.

Progettazione impianti Antincendio 3F Antincendio

Da oltre 30 anni siamo i leader in progettazione Impianti Antincendio nelle Marche. Possiamo dire che per definire la qualità di un impianto è necessario esaminare le caratteristiche dei seguenti parametri:

  • Qualità delle apparecchiature;
  • Qualità della progettazione e della installazione.

Le norme europee EN 54 stabiliscono un riferimento preciso, anche in riferimento alla certificazione CPD (Construction Productions Directive), a cui il progettista non può rinunciare per stabilire la qualità delle apparecchiature da utilizzare.

Le norme UNI sono invece quelle che stabiliscono un riferimento nazionale per la progettazione, installazione e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendio.

L’insieme di tutte le apparecchiature deve assicurare le funzioni di rivelazione del pericolo, della sua valutazione e dell’attivazione delle segnalazioni e contromisure necessarie.

L’efficacia di un sistema di rivelazione dipende dalla precocità con cui viene diagnosticata la presenza di un pericolo reale, per cui è buona norma installare i rivelatori in modo da realizzare la sorveglianza totale dell’edificio (Figura A).

In alcuni casi si utilizza un concetto differente di sorveglianza quale quella parziale che si limita ad una zona precisa compartimentata (Figura B).

Un differente tipo di sorveglianza quale la selettiva che risulta diversa a seconda che sia diretta alla protezione di beni o alla salvaguardia della vita umana. Nel primo caso i rivelatori vanno installati nelle immediate vicinanze degli ambienti ove si trovano elevate concentrazioni di beni (Figura C).

Nel secondo caso vanno posizionati lungo le vie di fuga (Figura D)

Sistemi Antincendio con connessione via radio

Sistemi con connessione via radio antincendio, a protezione di un impianto, sono stati introdotti con la nuova UNI 9795.
Le apparecchiature (rilevatori,…) colloquieranno via radio con dei traslatori, questi ultimi potranno essere posizionati sulla linea dell’impianto oppure all’interno della centrale stessa.

Il possibile utilizzo di apparecchiature radio permette una più facile installazione in edifici storici di elevato pregio artistico, garantendo una ottimale protezione a fronte di un ridotto impatto impiantistico.

Tutti i componenti sono identificati dalla centrale e devono essere conformi alla propria Norma di prodotto (UNI EN 54-5, UNI EN 54-7, ecc.) e per la parte di trasmissione radio alla UNI EN 54-25.
L’utilizzo di apparati via radio dovrà tenere conto delle condizioni ambientali (umidità, temperatura, ecc.) e degli ostacoli posti nell’edificio (pareti, solette, arredamenti, ecc.) al fine di avere una sensibilità di risposta ottimale al traslatore (convertitore segnale fisico/segnale radio).

Particolare importante previsto dalla Norma è che le interfacce dei pulsanti manuali dovranno essere separate rispetto a quelle dei rivelatori automatici.

Norme e normativa Antincendio

Per noi della 3F condizione imprescindibile per i nostri impianti è la rispondenza a norme e normativa antincendio.

Gli impianti di rivelazione automatica d’incendio devono essere realizzati in modo conforme alla regola dell’arte secondo quanto previsto dal DM n°37 del 22 gennaio 2008 art.1 lett.g .

La Legge si applica agli impianti posti a protezione degli edifici, indipendentemente dalla destinazione d’uso degli stessi e stabilisce che l’installazione, l’ampliamento, la modifica e la manutenzione degli impianti di rivelazione incendio vengano effettuati solo da operatori abilitati e dotati di specifici requisiti tecnico-professionali, come stabilito all’art. 4 del DM.

E’ previsto che gli impianti dovranno essere realizzati in modo conforme alle norme UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione), CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli stati membri della UE.

L’installatore al termine degli stessi dovrà rilasciare una dichiarazione di conformità (art. 7).

A livello nazionale ed europeo le Norme da considerare nella progettazione, installazione e manutenzione degli impianti sono le seguenti:

  • UNI 9795:2010 – Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio del gennaio 2010;
  • EN 54 – Fire protection and fir:2010e alarm systems – Guidelines for planning, design, installation, commissioning, use and manintenance del novembre 2004.
  • UNI 11224 – Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi del giugno 2011;

Per quanto riguarda i prodotti da utilizzarsi sugli impianti questi devono rispondere alle normative europee EN 54 che dispongono i criteri tecnico-funzionali a cui questi devono rispondere.

Le norme vengono elaborate dal CEN (Comitato Europeo di Normazione) con sede a Bruxelles e sono redatte in inglese.

Sistemi indirizzati Impianti Antincendio

sistemi indirizzati impianti antincendio installati da 3F Elettronica, dispongono di centrali a singola linea a modelli aventi capacità di due, quattro e sedici. Il protocollo di comunicazione permette di porre su ciascuna linea ben 99/159 rivelatori e 99/159 moduli (numero massimo in funzione del tipo di protocollo impiegato dalla centrale di rivelazione); questi ultimi possono essere indifferentemente d’ingresso, uscita o tipo combinato per risolvere ogni necessità impiantistica.
Caratteristiche uniche dei sistemi indirizzati impianti antincendio della 3F sono:

  • la facilità di indirizzamento,
  • l’universalità di applicazione,
  • il risparmio dei tempi di installazione

Questi risultati sono raggiunti grazie all’impiego di:

  • semplice sistema di collegamento,
  • utilizzo di sirene indirizzate,
  • logiche di attuazioni,
  • flessibilità nella programmazione,
  • rapida comprensione grazie ad un’interfaccia uomo/macchina molto intuitiva.

Sistemi convenzionali impianti Antincendio

sistemi convenzionali degli impianti antincendio segnalano la zona/linea in cui un elemento ha segnalato l’allarme, pertanto per il rispetto della Normativa UNI 9795 si dovranno impiegare zone/linee differenti per tipologie di sensori.

Le centrali per sistemi convenzionali sono con visualizzazione a led oppure con lcd. I pannelli lcd rispondono all’esigenza di impianti che devono visualizzare un maggior numero di informazioni per l’utente e/o comandi di tipo generale e/o per settore.